A che serve una commissione se poi non ha valore?

noisepollution460Che il Sindaco vada deciso per la sua strada può esser anche apprezzabile, segno di pragmatismo, ma pare assurdo rilevare che questo stesso modus operandi vada contro gli organi da lei stessa nominati. Stiamo parlando della vicenda che riguarda la roggia nuova realizzata per la riqualificazione di uno spazio, già deturpato dal modesto edificio della Posta che negli anni sessanta ha sostituito l’edificio storico della “canonica”. Ad oggi la roggia funge da elemento di strategia di recupero come recita il progetto vincitore del concorso; “La scelta di definire tale percorso, coinvolgendo anche spazi di scarsa qualità architettonica, costituisce una strategia di recupero e riqualificazione di quegli episodi meno in sintonia con il carattere del tessuto storico della città”.

Che sia poi un’opera discussa e non condivisa non c’è dubbio e, obbiettivamente, riteniamo che vada messa in sicurezza pur mantenendo il pregio architettonico, anche solo con una copertura di lastre trasparenti calpestabili.

Ci troviamo però di fronte ad un evento paradossale: non viene preso in considerazione il parere espresso dalla commissione paesaggio, organo comunale, ma si fa prevalere quello che più è in linea con l’idea del Sindaco, cioè quella della Soprintendenza. Quest’ultima si è espressa dicendo che l’opera ha meno di 70 anni e quindi non ha alcun valore storico/culturale/monumentale, per questo motivo non esprime parere contrario alla rimozione. Altra cosa però è il vincolo del centro storico, che fa capo alla già citata commissione paesaggistica, e che deve tutelare l’ambiente. Ad oggi rimane da verificare se il nulla osta della soprintendenza può essere superiore o meno alla posizione negativa della commissione del paesaggio. Ma ribadiamo: il punto non è questo. Ci domandiamo: a cosa serva avere una commissione del paesaggio se il Sindaco stesso non accoglie il suo parere ma fa prevalere quello che più l’aggrada?

Riportiamo questo piccolo tratto della relazione del progetto vincitore, in parte realizzato e in parte già stravolto (vedi piazza tra la basilica di S. Vittore e il palazzo della Posta) per comprendere il valore del tratto di roggia che si vuole rimuovere.

“LA ROGGIA NUOVA è un percorso d’acqua che, analogamente ai tracciati delle rogge storiche, collega la città alta con il lungolago.

E costituita da una sequenza di canali e cadute d’acqua che appaiono e scompaiono nel tessuto della città segnalando, per tratti, un percorso unitario dal carattere intimo e suggestivo.

Lungo questo percorso il tracciato dell’acqua guida alla scoperta di spazi urbani esistenti, di ambiti storici, di presenze architettoniche e di vedute di Intra e del Lago Maggiore.

La valorizzazione e il recupero delle qualità potenziali dei luoghi avviene attraverso la sottolineatura di elementi esistenti ricomposti entro nuovi paesaggi immaginati e segnati dalle linee del progetto.

Il percorso d’acqua ha origine dalle pietre che compongono il muro di un giardino privato collocato nella parte più alta dell’area d’intervento: metafora di una fonte naturale e collegamento ideale al paesaggio delle sorgenti.

La Roggia Nuova è un’unica fontana alimentata dalla stessa acqua del torrente da cui derivavano le rogge storiche. L’acqua attraversa la città di Intra lungo le linee di pendenza del suolo per caduta naturale raggiungendo il Lago in corrispondenza del Porto Vecchio. Il percorso segnato dall’acqua incontra la Colleggiata di San Vittore, la Chiesa di Santa Marta e la Chiesa di San Fabiano percorrendo vicolo Ciancino.

La scelta di definire tale percorso, coinvolgendo anche spazi di scarsa qualità architettonica, costituisce una strategia di recupero e riqualificazione di quegli episodi meno in sintonia con il carattere del tessuto storico della città.”